lunedì 15 marzo 2010
SOFTWARE PROPRIETARI E SOFTWARE OPEN SOURCE
Con il termine software proprietario si indica quel software che ha restrizioni sul suo utilizzo, sulla sua modifica, riproduzione o ridistribuzione, solitamente imposti da un proprietario. Queste restrizioni vengono ottenute tramite mezzi tecnici o legali.
I mezzi tecnici rendono pubblico solo il codice binario del software, trattenendone il codice sorgente. In questi casi la modifica del software risulta molto difficile, ottenibile solo grazie a disassemblatori e ad elevate capacità informatiche, mentre, attraverso i mezzi legali si ottengono licenze, copyright e brevetti.
Alcuni pacchetti software liberi sono disponibili anche con termini di software proprietario, come per esempio MySQL e SSH. I possessori del copyright originale di un determinato software libero, anche se rilasciato con copyleft, possono utilizzare una doppia licenza per far sì che sia loro, sia gli altri, possano ridistribuirne versioni proprietarie. Il software libero senza copyleft, o software libero "con licenza permissiva", permette a chiunque di creare delle versioni proprietarie da ridistribuire. Accanto a questi pacchetti troviamo anche il codice sorgente di un software proprietario, in questi casi gli utenti sono liberi di usare ed anche studiare e modificare il software, ma sono vincolati da licenze o accordi di non divulgazione per la ridistribuzione delle modifiche o anche per la semplice condivisione del software.
Alcuni esempi di software proprietario sono: Microsoft Office, RealPlayer, Winzip, Adobe Photoshop.
OPEN SOURCE
In informatica, open source indica un software i cui autori ne permettono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti e questo perché, la collaborazione di più parti, permette al prodotto finale di raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. L'open source ha tratto grande beneficio da Internet, perché esso permette a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto.
I software open source attualmente più diffusi sono Firefox, OpenOffice, VLC.
Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti): in questo caso ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software ma contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica.
sabato 13 marzo 2010
SPREADSHEET E DBMS
SPREADSHEET
Lo spreadsheet è un software di produttività personale. È un programma che permette di effettuare calcoli, elaborare dati e tracciare efficaci rappresentazioni grafiche.
L’invenzione del foglio elettronico si deve a Bricklin. L’idea gli venne vedendo un suo professore universitario che disegnava una tabella di risultati di calcoli su una lavagna. Quando il professore rilevò un errore, dovette cancellare e riscrivere un’intera sequenza di valori nella tabella, facendo venire in mente a Bricklin che si poteva replicare il procedimento in un computer.
La sua idea divenne VisiCalc, il primo foglio elettronico, nonché la “killer application” che trasformò il personal computer da hobby per appassionati di computer in strumento di lavoro.
Tra i vari fogli elettronici Microsoft Excel, oggi, è più diffuso.
Il principio su cui si basa il foglio di calcolo è semplice: fornire una tabella, detta anche foglio di lavoro, formata da celle in cui si possono inserire dati, numeri o formule. Le celle sono la base fondamentale del foglio di calcolo, esse, per essere riconoscibili, sono costituite da una lettera e un numero. Le colonne sono indicate dalle lettere, le righe dai numeri.
Per ogni cella può essere scelta una determinata formattazione: carattere, dimensione e colore del carattere, grassetto, corsivo, colore e elementi dello sfondo.
Una cella può contenere un numero o del testo, o eseguire una formula e una funzione su altre celle. Per eseguire una formula o una funzione, la prima cosa da scrivere nella cella è il simbolo "=".
Ad esempio, se la cella A1 contiene il numero 3, la cella B1 contiene il numero 2 e noi vogliamo avere il risultato nella cella C1 per poter sommare il tutto si deve scrivere in quest’ultima "=A1+B1", oppure “=SOMMA(A1:B1).
La formula può essere propagata ad altre righe e/o colonne, trascinando la cella.
Software
Tra i software più diffusi nel mondo dei fogli elettronici, possiamo citare:
• Microsoft Excel, incluso nella suite commerciale Microsoft Office
• OpenOffice.org Calc, incluso nel pacchetto libero OpenOffice.org
• Gnumeric, nato per Linux dal progetto Gnome è anch'esso software libero.
• NeoOffice, open source, installabile su sistema operativo Macintosh.
• Apple Numbers, per Macintosh, fa parte del pacchetto iWork di Apple
DATABASE MANAGEMENT SYSTEM
Un DBMS è costituito da un complesso insieme di programmi software che controllano l'organizzazione, la memorizzazione e il reperimento dei dati (campi, record e archivi) in un database. Nello specifico un DBMS accetta richieste di dati da parte del programma applicativo e "istruisce" il sistema operativo per il trasferimento dei dati appropriati. I DBMS sono regolati da meccanismi di autorizzazione mediante l’utilizzo di password che tutelano i contenuti nell’intero database o in una parte di esso.
I tre tipi di organizzazione più comuni sono il modello gerarchico, il modello reticolare e il modello relazionale: il modello dominante oggi è quello relazionale, normalmente utilizzato con il linguaggio di interrogazione SQL.
I DBMS relazionali sono detti anche RDBMS (Relational DBMS). Si tratta di un modello di database che consiste di diversi file separati che sono correlati l'un l'altro attraverso un campo chiave, ovvero un identificatore univoco della tupla. Si può accedere alle informazioni memorizzate in un file attraverso uno o più file, grazie alle relazioni stabilite tra questi.
Ad esempio, un database relazionale vede il collegamento fra un database anagrafico degli impiegati in una società ed il database delle retribuzioni, tramite un codice univoco che identifica il singolo impiegato.
Un DBMS fornisce agli utenti questi servizi:
- Persistent storage: permette la memorizzazione di grandi quantità di dati, ma garantisce una flessibilità molto più elevata
- Programming interface: permette agli utenti di accedere e modificare i dati attraverso un potente linguaggio di interrogazione
- Transaction management: supporta l'accesso concorrente ai dati evitando conseguenze indesiderate dovute a crash del sistema o dell'applicazione.
Tra i DBMS più diffusi il più conosciuto è sicuramente ACCESS, ideato dalla Microsoft, che ha la grande qualità di poter essere usato a più livelli, sia da programmatori esperti che da utenti alle prime armi. A differenze degli altri software, in Access un unico file comprende tutti gli strumenti per lo sviluppo delle applicazioni.
Altri DBMS sono:
- Oracle
- Microsoft SQL Server
- Sybase SQL Server
- Pico SQL.
giovedì 11 marzo 2010
sabato 6 marzo 2010
Università: crollo degli iscritti a Scienze della Comunicazione
L'introduzione del corso di laurea in Scienze della comunicazione fu salutata come un elemento innovatore. Non solo perché avrebbe creato una figura ibrida, capace di riunire in sé gran parte delle competenze necessarie per la stesura di progetti comunicativi e la realizzazione di indagini di mercato, ma perché fu la prima volta che nel mondo accademico italiano faceva il suo ingresso un corso di laurea con intenti dichiaratamente professionalizzanti.
I corsi di laurea in Scienze della comunicazione, però, hanno goduto più di interesse mediatico che della convalida di consolidate tradizioni accademiche.
Le perfomance sul mercato del lavoro della laurea in Scienze della comunicazione non sono state quelle attese, alcuni attribuiscono questo problema alla poca selettività che si è venuta a creare alla Sapienza, dove si deliberò di abrogare il numero programmato non appena terminato il primo quinquennio del corso presentando Scienze della comunicazione come il corso di laurea del futuro, in grado di creare figure con una preparazione flessibile e come tali altamente competitive nei più disparati contesti lavorativi. Questo provocò un boom di iscrizioni, tanto che la facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza al primo anno della sua istituzione era già la facoltà con la più alta popolazione studentesca dell'intero ateneo romano. Dopo la riforma universitaria del 1999 c'è stata una forte contrazione della domanda, tuttora in progressiva diminuzione, tant'è che l'introduzione del numero programmato in alcuni corsi che non lo avevano si sta rivelando inutile. Le ricerche dei vari osservatori evidenziano come il calo della domanda, inizialmente illusorio, sia reale, nel senso che gli iscritti al primo anno nel 2001-2002, primo di applicazione della riforma, risultano complessivamente meno dell'anno precedente, anno di picco delle immatricolazioni, e negli anni successivi la tendenza si è confermata negativa, nonostante il raddoppio delle sedi ove oggi è possibile studiare comunicazione.
Qual è la situazione oggi?
Da una rigorosa rielaborazione di dati del Miur e dei siti dei singoli atenei italiani, emerge l’andamento dei corsi in Scienze della Comunicazione dopo la riforma: per l’anno accademico 2001-02 si contavano in Italia 68 corsi triennali della classe 14, per il 2006-07 sono 70. Tenendo conto, però, che tra il 2003 e il 2005 è stata toccata una punta di 78 corsi, poi calati a 73 l’anno successivo e a 70 quello dopo.
Vediamo adesso il trend degli iscritti sui dati del Miur: dall’inizio del decennio a oggi si registra un costante calo delle immatricolazioni, dovuta a una politica di contenimento degli ingressi nei singoli atenei.
Dai 19.587 immatricolati nel 2001/02 si è arrivati nel 2006/07 a 11.334, con una decrescita media del 10,6 % ogni anno.
giovedì 4 marzo 2010
L'università non attrae più a picco gli iscritti nel 2009
Secondo il dato diffuso dal ministero dell'Università, le new entry di quest'anno toccano quota 312.104, nel 2006/2007 furono invece 326.384.
In Italia, era da sette anni che il numero di matricole negli atenei italiani non era così basso. Nelle regioni del Sud Italia si registra il maggior calo di immatricolazioni, con un 6,6% in meno rispetto allo scorso anno accademico. Dopo l'esame di maturità gli studenti si trovano a dover decidere se intraprendere un altro percorso di studi oppure cercare di entrare subito nel mondo del lavoro, aumentano sempre di più i ragazzi che scelgono la seconda strada. Tasse troppo alte, regolamenti universitari che cambiano ogni anno, difficoltà per i laureati di trovare un lavoro: probabilmente sono queste alcune delle ragioni che spingono i diplomati a non scegliere l'Università. E così si preferisce trovare altre soluzioni che magari offrono più opportunità lavorative, come corsi specialistici, concorsi o periodi di studio all'estero.